Il Ponte Contemporanea - Galleria Arte Contemporanea

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“Since 1993, the Gallery Il Ponte Contemporanea has been hosting exhibitions which well-represent the international scene”

(Achille Bonito Oliva)

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Rocco Dubbini

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RD

ROCCO DUBBINI

Rocco Dubbini (Ancona, 1969)

Dopo essersi formato all’Accademia di Belle Arti di Urbino, sviluppa un interesse per la materia e le sue potenzialità espressive. Vive e lavora tra Ancona e Roma. Si avvale di differenti medium tra cui il disegno, il video e l’installazione. Inizia il suo percorso come assistente artistico nel 1986 collaborando con Walter Valentini e successivamente come aiuto scenografo di Andrea Pazienza. Nel 2008 è tra i vincitori della prima edizione del Premio Terna, nel 2016 riceve il Premio della Giuria di Indipendents5, Art Verona Fair, per il progetto ”MANTRA”, curato da Sponge Arte Contemporanea e Stefano Verri.

Tra le mostre principali: 2020,  Drawig Room, Galleria Shazar, Palacio de Santa Barbara, Madri SP –  2015, “Visioni”, istituto IGAV, Certosa Di Capri, Milano, Painting and Sculpture Institute Art Museum

– 2013 “OSTRALE”, Internationale  Ausstellung Dresden

– 2012, PPP. Una polemica inversa. Omaggio a Pier Paolo Pasolini, Palazzo Incontro, Roma

– 2009 Premio Terna 01, Chelsea Museum, NewYork US.

Dagli esordi sulla scena romana si  è velocemente consolidato sul panorama nazionale ed internazionale, negli anni immediatamente successivi, grazie ad una poetica che affonda le proprie radici nel terreno solido delle ricerche poveriste e concettuali innovandone ed attualizzandone soluzioni formali e contenuti. Un lavoro audace, fortemente coerente e spesso borderline che prendendo le mosse da una ricerca profondamente intimista esplode scardinando i luoghi comuni e il sentire condiviso su temi di grande attualità. Meccanismi concettuali di straordinaria efficacia, cortocircuiti linguistici ed iconici distruggono con ironia e meraviglia le incrostazioni delle categorie interpretative cristallizzate nella cultura occidentale, cedendo il passo a nuove esperienze percettive.

 

Rocco Dubbini – Mantra

di Stefano Verri

In una società che vive di finzione e di apparenza quest’opera di Dubbini acquista un forte valore simbolico, una reazione artistica al concetto stesso di Bolla (l’attuale tema di ArtVerona) in cui le linee semplici e raffinate di un’installazione che timidamente si ricava uno spazio dal vuoto, ci riporta ad un processo creativo che genera pensiero, dove l’opera non è il risultato di un impulso estetico ma piuttosto di un percorso di conoscenza.

Mantra è una stella immaginaria sulle cui punte sono poste le lettere che, a seconda dell’ordine di lettura, compongono la scritta Mia Mamma/Mamma Mia: piccoli altari di metallo sospesi e ricoperti di terra. L’opera è dedicata a Pier Paolo Pasolini (1922-1975) ed al mistero della sua morte, e le parole che la compongono sono ispirate ad una delle sue poesie più struggenti, Supplica a mia madre (1962).

Dubbini usa il mezzo artistico come strumento di analisi, ed ogni elemento si unisce all’altro con una logica stringente e perfetta. Nulla è lasciato al caso e la “veridicità” è l’elemento fondamentale, l’ingranaggio imprescindibile che fa funzionare le matrici concettuali delle sue opere. L’artista, in un lungo lavoro di progettazione studia ogni dettaglio e per ogni elemento compositivo ricerca parti originali, cariche di vissuto e di quotidianità. Le sue opere raccontano momenti di vita o ragionano sui suoi significati, e questa stessa vita entra nell’arte non come elemento surrogato o come copia, ma come prestito, come elemento decontestualizzato che acquista nuove funzioni e nuovi significati. Così il suo Mantra, che in senso strettamente etimologico rappresenta il pensiero che agisce, da elemento religioso tipico della cultura orientale perde il suo valore prettamente spirituale per diventare simbolo della resistenza civile.

Pasolini fu brutalmente ucciso nell’autunno del ’75 a colpi di bastone e travolto dalla sua stessa auto mentre i pneumatici disegnavano sul terreno il profilo di una stella e proprio qui Dubbini incide il terreno, scavando le lettere che compongono Mia Mamma/Mamma Mia rispettando la stessa forma che a questo punto assume un chiaro significato simbolico. Quella stessa terra intrisa di quotidianità, raccolta all’Idroscalo che oggi è una discarica, andrà poi di volta in volta a ricomporre l’opera, il mandala, il pensiero rappresentato, che come si sa non è mai definitivo ma soggiace al principio dell’impermanenza.

In occasione di INDIPENDETNS 5 Dubbini sublima la sua opera rendendo la creazione un processo partecipato invitando il pubblico ad interagire creando il mandala (neanche questa volta definitivo) del proprio mantra personale. Ognuno verrà invitato ad esprimere il proprio pensiero, a creare un contenuto sia esso un contributo di resistenza sociale o semplicemente un segno della propria umanità con un pennarello bianco su un supporto bianco, con l’obiettivo di creare un grande mandala collettivo. I pensieri si sovrappongono, si intersecano amplificando il loro potere comunicativo, ma allo stesso tempo rimangono bianchi sul bianco, pressoché invisibili. Rimossi nel tempo stesso in cui vengono scritti, i pensieri sono come le preziose sabbie colorate che un monaco spazza via con un soffio o con il gesto di una mano da un disegno che lo ha impegnato per giorni. L’estremo monito all’impermanenza, tutto muta.

 

Rocco Dubbini (Ancona, 1969) è considerato uno degli esponenti più interessanti di quella generazione di artisti che si è affacciata al sistema italiano dell’arte contemporanea tra la fine degli anni Novanta e gli inizi del nuovo secolo. Dagli esordi sulla scena romana si è velocemente consolidato sul panorama nazionale ed internazionale, negli anni immediatamente successivi, grazie ad una poetica che affonda le proprie radici nel terreno solido delle ricerche poveriste e concettuali innovandone ed attualizzandone soluzioni formali e contenuti. Un lavoro audace, fortemente coerente e spesso borderline che prendendo le mosse da una ricerca profondamente intimista esplode scardinando i luoghi comuni e il sentire condiviso su temi di grande attualità. Meccanismi concettuali di straordinaria efficacia, cortocircuiti linguistici ed iconici distruggono con ironia e meraviglia le incrostazioni delle categorie interpretative cristallizzate nella cultura occidentale, cedendo il passo a nuove esperienze percettive.

Dopo essersi formato all’Accademia di Belle Arti di Urbino, sviluppa un interesse per la materia e le sue potenzialità espressive. Vive e lavora tra Ancona e Roma. Si avvale di differenti medium espressivi tra cui il disegno, il video e l’installazione.

Tra le mostre recenti: 2014 “Visioni contemporanee” nella Certosa. Artisti italiani a Capri, Capri; Ecumene, Sponge ArteContemporanea, Pergola (PU) 2013, Mantra, Il ritrovo di Rob Shazar, Sant’Agata De’ Goti (BN) – 2012, PPP. Una polemica inversa. Omaggio a Pier Paolo Pasolini, Palazzo Incontro, Roma – 2012, Marche Centro d’Arte EXPÒ DI ARTE CONTEMPORANEA, San Benedetto del Tronto (AP) – 2011, I marinai valgono più delle navi, le opere d’arte valgono più degli artisti, Studio Associato Design?, San Benedetto del Tronto (AP).

Sponge ArteContemporanea nasce nel 2008 per promuovere l’arte contemporanea in uno spazio e con modalità ai margini del circuito convenzionale. La nostra sede – una vera e propria abitazione – si trova sulla sommità di una collina in un casolare di campagna dell’entroterra marchigiano. Due sono le caratteristiche essenziali di Sponge: la scelta di operare in provincia, e un’idea di ricerca artistica in cui curatori e artisti lavorano insieme, in totale libertà, rendendo incerta la divisione dei ruoli. Il pubblico può interagire direttamente con le proposte artistiche in un ambiente informale e insolito. L’aprire la porta della propria abitazione al pubblico diventa un gesto importante in una società sempre più chiusa in se stessa, e ben rappresenta la natura e la direzione di Sponge. Siamo concretamente impegnati nella creazione di una rete locale di promozione e fruizione culturale, attraverso incontri d’arte, ospitalità diffusa e residenze per artisti e curatori in collaborazione con tutta la città.